
Ridurre i costi dell’insicurezza: un esempio concreto
- Posted by Matteo Milanesi
- On 23 Gennaio 2021
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Investire nella sicurezza nel luogo di lavoro può portare un rientro di più del doppio, ce lo dimostra il caso di ETRA SpA che in un anno ha ridotto del 68% i giorni di inabilità.
Aumentano gli incidenti sul lavoro: quelli mortali denunciati nel primo semestre di quest’anno sono stati 482, con un incremento del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2018. Lo rende noto l’Inail nei dati del primo semestre 2019.
Misure efficaci di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sono quindi una necessità imprescindibile: si calcola che solo nel 2013 sono andate perse almeno 300 milioni di giornate di lavoro a causa di infortuni e problemi di salute collegati all’attività lavorativa. *(Dati: Commissione Europea – Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione) Non serve un matematico per capire quanto questo può essere costato in termini economici, di produttività e di previdenza.
Al contrario, come stimato dall’associazione internazionale della sicurezza sociale, ogni euro investito in salute e sicurezza sul lavoro, ha un ritorno previsto di più del doppio. (Calculating the international return on prevention for companies: costs and benefits of investments in occupational safety and health). Una riduzione del numero di infortuni e dei giorni di assenza per malattia si traduce direttamente in risultati migliori per l’azienda. Nei luoghi di lavoro sani e sicuri il personale è più motivato e lavora con maggiore impegno. Buoni risultati in termini di salute e sicurezza sono inoltre un eccellente biglietto da visita per attrarre nuovi talenti, investitori e clienti.
Ulteriori informazioni si possono trarre analizzando gli incidenti verificatisi in passato, le statistiche sanitarie e le raccomandazioni delle autorità nazionali competenti in materia di SSL e delle associazioni di settore. È particolarmente utile, inoltre, esaminare gli incidenti «sfiorati»: eventi che avrebbero potuto provocare infortuni, malattie o danni, ma che fortunatamente non l’hanno fatto. Nei luoghi di lavoro, gli incidenti sfiorati sono eventi comuni tuttavia, sebbene spesso ignorati, possono essere considerati come lezioni gratuite su come evitare che si verifichino. Di conseguenza, raccogliere informazioni sugli incidenti sfiorati e analizzarle per avviare le opportune azioni correttive è un buon modo per promuovere la sicurezza nei luoghi di lavoro; azioni correttive che si inseriscono nel quadro generale della prevenzione insieme alla valutazione dei rischi e le misure protettive che ne derivano.
Un lavoratore che resta coinvolto in un incidente sul luogo di lavoro non solo mette a rischio la sua salute, il suo benessere, ma è un lavoratore che non produce, che costa in termini previdenziali e il cui carico di lavoro dovrà essere ammortizzato e ripartito tra i colleghi i quali, vedendo aumentare il proprio carico di lavoro – magari anche non di loro competenza – potrebbero risentirne, a livello di stanchezza fisica e/o stress diventando così meno produttivi, meno efficienti.
Costi, costi, costi…tutto quanto detto prima si trasforma in un incremento di costi per l’azienda, aumento a volte evidente altre più nascosto, ma che sul medio-lungo periodo può incidere in maniera più che significativa.
L’esempio di ETRA S.p.A.
A seguito di un’indagine interna relativa alla cultura della sicurezza condotta nel 2010 dall’azienda Energia Territorio Risorse Ambientali (ETRA S.p.A.), attiva sul territorio veneto, è stato messo in luce come gli infortuni che subiscono le persone nei posti di lavoro siano da imputarsi in larga misura all’ambiente in cui queste operano, alle sue caratteristiche fisiche e culturali.
L’indagine ha portato a galla questa e altre problematiche che l’azienda, previa consultazione dell’RLS, delle RSU e dell’Ufficio Sicurezza, ha deciso di affrontare attivando un percorso di formazione finanziata atto a sensibilizzare gli operatori del settore sul tema sicurezza, con anche l’obiettivo di condividere le best practice dei colleghi e coinvolgere in modo diretto i lavoratori nella creazione di procedure standard e di sicurezza.
Tra i risultati ottenuti e quantificabili troviamo una riduzione degli infortuni, passati da 32 a 19 nell’anno successivo, e una riduzione dei giorni di inabilità che hanno subito una riduzione del 68% circa rispetto all’anno precedente (da 740 a 240 all’anno).
Riprendendo quanto detto in principio, è chiaro come questo investimento nella creazione di una cultura condivisa della sicurezza e della prevenzione si sia tradotto anche in minori costi per l’azienda che ha visto più che dimezzarsi i giorni di assenza per inabilità, riducendo così, solo per citarne alcuni, i costi previdenziali e le retribuzioni per le -eventuali- ore di straordinario corrisposte ai colleghi in sostituzione degli assenti. Dall’altra parte, c’è stato un guadagno in termini di un ambiente di lavoro sano, con un clima favorevole ed attento alla persona, nel quale i lavoratori possono sentirsi tutelati.